27/03/2022 TREVISO – Nemmeno il super bonus del 110% riesce a risollevare l’edilizia alle prese con costi delle materie prime insostenibili. Sempre più i cantieri costretti allo stop soprattuto nelle opere pubbliche, altre volte i lavori nemmeno iniziano || Solo l’1,3 delle case, bifamiliari o unifamiliari, che avevano diritto al super bonus del 110% sono state finora realizzate in Veneto, un fato che spiega senza troppi giri di parole le conseguenze dell’aumento delle materie prime, con una corsa frenetica all’approvvigionamento per rispettare i termini previsti dal decreto. Eppure il 110%, che aveva visto il Veneto tra le regioni più virtuose in termine di asservazioni eseguite, seconda dietro alla sola Lombardia, aveva permesso di registrare un aumento di fatturato del 20% segnando una ripresa del settore dopo anni molto difficili. A fermare la ripartenza il costo delle materie prime: rame, sempre più difficile da reperire, registra rincari del 43%, costo del latterizio triplicato, gas, energia elettrica alle stelle. A questi va ad aggiungersi il prezzo della manodopera, e così lievita anche il costo finale di una semplice abitazione che aumenta del 20-25%. La conseguenza è che molti cantieri aperti sono costretti allo stop e altri proprio non partono. Se nei privati c’è la possibilità di trovare un accordo ben diverso il discorso per le opere pubbliche, con il rischio di pagare salate penali se non si completano i lavori nei tempi previsti e così sempre più spesso le imprese si vedono costrette a rinunciare agli appalti – Intervistati PAOLO GHIOTTI (Presidente Ance Veneto) (Servizio di Francesca Bozza)


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