14/03/2022 VENEZIA – La contabilità è in aggiornamento. Tanti i profughi che dall’Ucraina continuano ad arrivare in Veneto. “La nostra Regione è una porta d’ingresso, stiamo aumentando i posti per l’accoglienza”, dice Zaia, che – proprio alla luce della Guerra – chiede di rivedere PNRR e PAC, la politica agricola comunale. Per monitorare i flussi, da Trieste, Fedriga chiede l’intevento dell’esercito. || un flusso che aumenta ora dopo ora e che alle 9 del mattino fissava a 3300 gli arrivi in Veneto dall’Ucraina e questo dall’inizio dell’emergenza, quasi un terzo solo nel Trevigiano. Cifra che però – ammette lo stesso Zaia – è sicuramente sottostimata. Difficile contarli.Molti di più i tamponi somministrati, quasi 5000, dato che si spiega con i tanti transiti nelle stazioni venete, su tutte Mestre, Padova e Verona dove la Regione ha allestito dei punti mobili. Il tasso di positività è del 2,3 per cento.Il Veneto, dice Zaia, è una porta d’accesso per i profughi e ancora di più lo è il Friuli Venezia Giulia con il presidente Fedriga che chiede l’impiego dell’Esercito per una gestione più efficace.In Veneto, è stata aumentata la capienza dell’hub di Noale, mentre in settimana potrebbero essere riattivati gli ex ospedalidi Monselice, Asiago e Zevio. Si sta allestendo anche Villa Rietti Rota a Motta di Livenza per intercettare i profughi dall’autostrada. L’obiettivo attivare 1500 posti entro la settimana.Un quadro quindi in evoluzione che necessita – per Zaia – di strumenti straordinari. Rivedere il PNRR è una priorità e con esso anche la PAC, la politica agricola. Settore dell’energia e primario sono quelli che in poche settimane hanno cambiato volto. – Intervistati LUCA ZAIA (Presidente Regione Veneto), MASSIMILIANO FEDRIGA (Presidente Regione Friuli Venezia Giulia) (Servizio di Cristian Arboit)


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