14/03/2022 VENEZIA – Stop alla produzione del vetro artigianale per le prime quattro fabbriche nell’isola del vetro a Murano. I rincari esorbitanti del costo dell’energia hanno provocato le prime conseguenze tanto temute. Si teme un effetto negativo a cascata. Nuovo appello a Roma dei maestri vetrai. || Stop alla produzione del vetro artigianale per le prime quattro fabbriche nell’isola del vetro a Murano. I rincari esorbitanti del costo dell’energia hanno provocato le prime conseguenze tanto temute. Si teme un effetto negativo a cascata. Nuovo appello a Roma dei maestri vetrai. Dici Murano e pensi al vetro. È così dalla fine del tredicesimo secolo, quando un editto del Doge Tiepolo impose di spostare tutte le fornaci sull’isola. Una tradizione nobile, vanto della Repubblica Serenissima, ammirata e celebrata nei quattro angoli del mondo. E che con il passare dei secoli ha resistito a crisi economiche, globalizzazione, imitazioni a basso costo. Da ultimo al Covid, alla scomparsa del turismo che a Venezia è croce e delizia. Una tradizione che ora però vacilla. Una tempesta incombe, da mesi, sull’arte del vetro. Una minaccia che, ironia della sorte, arriva da quel carburante indispensabile che muove il motore dell’isola e della sua tradizione: il gas. Dal primo ottobre, il prezzo della materia prima è schizzato alle stelle: da 0, 23 a 0, 90 centesimi, poi 1,20 al metro cubo. Addirittura a picchi di 2 euro, nel mese di dicembre. Percentuali di crescita non sopportabili, superiori al 500%. Otto milioni di metri cubi l’anno, questo il consumo di metano a Murano per la produzione artigianale. Tradotto in euro: dai due milioni all’anno a più di otto. – Intervistati GIANCARLO SIGNORETTO (MAESTRO VETRAIO) (Servizio di Lorenzo Mayer)


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