08/03/2022 CONEGLIANO – Le storie dei profughi in arrivo nella Marca, come quella di mamma Viktoria, ospitata a Conegliano dalla Fondazione Apsara. “La nostra vita è cambiata dopo le bombe su Kiev”, le sue parole accanto al figlio 15enne Maxim. E intanto continuano i viaggi della speranza dei pullman Battistuzzi. || Il racconto di madre e figlio, Viktoria e Maxim, parte da quella maledetta notte del 24 febbraio, nemmeno due settimane fa e sembra una vita. “Loudly”, forte, è l’aggettivo che ripetono più spesso.Del resto, sono state le prime bombe su Kiev a cambiare per sempre la storia della loro famiglia.Accompagnati al confine ungherese dal padre e marito, poi rientrato a combattere, ora si trovano in questa casa a Conegliano. Con loro, c’è un’altra figlia, la zia e una cugina.Unico contatto con la città del Cima, una loro parente, che lavora come badante.Padre e figlio quindicenne si sono sentiti questa mattina. Racconta che il papà sta bene – Maxim – e che in questi giorni sta facendo la spola tra il confine e la capitale ungherese per portare vivere e medicinali.Una vita stravolta, che stanno ricostruendo grazie all’ospitalità della Fondazione Apsara, dedicata alla memoria di una trevigiana illustre, Onesta Carpanè, cooperante in Vietnam e Cambogia. Macchina della solidarietà che non si ferma. Poco distante a Scomigo, alla ditta Battistuzzi, si sta apettando l’arrivo del quarto pullman dal confine polacco. – Intervistati LAMBERTO PILLONETTO (Fondazione Apsara), VITO BATTISTUZZI (Imprenditore) (Servizio di Cristian Arboit)


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