05/03/2022 TREVISO – Maxi operazione dei carabinieri del nucleo investigativo di Treviso: otto le ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 gli obblighi di dimora. I colpi avevano fruttato decine di migliaia di euro: nove arrestati nella Marca, due in provincia di Venezia. Sgominata una pericolosa banda di giostrai. La loro centrale operativa a Mareno di Piave. || La tecnica utilizzata è quella della marmotta, ordigni rudimentali ma potentissimi inifilati nella fessura dei bancomat in modo da squarciarli velocemnete, prelevarne il contenuto e poi darsi alla fuga. E questo a bordo di una berlina di grossa cilindrata, una Wolswaghen Phaeton, diventato quasi un segno distintivo.Un copione che tra la fine del 2020 e per l’intero 2021 si è ripetuto più volte in tutto il Nordest, da Pordenone a Trento, in particolare sui territori di Venezia e Treviso. L’elenco dei colpi è lungo, da Valdobbiadene a Eraclea, Bibione, Quarto d’Altino, fino alla folle notte del 12 maggio 2021 quando blitz ed esplosioni si susseguirono da Semonzo di Borso del Grappa, Valdobbiadene, Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia. Da allora le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Treviso, coordinati dalla Procura, sono state serrate fino all’epilogo di questi giorni, 11 le persone – tutti cittadini italiani – ritenuti gravemente inidiziati di far parte di una associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati. Nove i residenti nel Trevigiano, tre in provincia di Venezia. Come centrale operativa – sia per la preparazione degli ordigni che per la spartizione del bottino – era un’abitazione con garage di Mareno di Piave. Ad agire, un vero e proprio commando.Preciso l’identikit, così come il curriculum criminale.La banda dei giostrai dovrà rispondere anche di riciclaggio e resistenza a pubblico ufficiale. La loro auto infatti era una supercar del crimine, dotata di disturbatori di frequenza ma anche estintori, da azionare in caso di inseguimenti, come successo una notte nel territorio del Coneglianese. Manovre pericolosissime che hanno messo in pericolo gli stessi militari che li avevamo intercettati e seguiti.Di uno sforzo investigativo importante parla il comandante provinciale Gianfilippo Magro. “Il nostro territorio merita tutta l’attenzione possibile contro il crimine, non ci fermiamo qui”, le sue parole. – Intervistati TEN. COL. MARCO TURRINI (Comandante Reparto Operativo Carabinieri Treviso), TEN. COL. GIOVANNI MURA (Comandante Nucleo Investigativo Carabinieri Treviso) (Servizio di Cristian Arboit)