05/03/2022 VENEZIA – Guerra in Ucraina e allarme nucleare dopo l’assalto alla più grande centrale europea. L’assessore regionale Bottacin tranquillizza i cittadini: ”I rilevamenti non evidenziano presenza di radioattività” e chiarisce: in Italia esiste da anni un piano di protezione civile per l’ emergenza nucleare || Oltre 250 pagine che definiscono le procedure operative, le modalità di comunicazione alla popolazione, le attività di monitoraggio in caso di emergenza nucleare. E’ il piano di protezione civile che individua tre scenari, il livello di attenzione, il più basso, di pre allarme e di allarme, “in questo momento ci troviamo al primo stadio, non c’è nessuna preoccupazione” tranquillizza l’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin che entra poi nel merito di quanto accaduto l’altra notte con l’attacco alla più grande centrale nucleare in Ucraina. “Si tratta di un impianto di seconda generazione con reattori a prova di artiglieria convenzionale, spiega l’assessore che aggiunge come nell’assalto dell’altra notte non siano stati coinvolti i reattori. Nelle sedi di Verona e Belluno dell’Arpav sono installate due centrali che monitorano ogni giorno dell’anno la radioattività dell’aria ma anche costantemente vengono controllati acqua, suolo e cibi: “non è stata rilevata alcuna radioattività nell’aria” sottolinea Bottacin. Nel caso durante gli scontri in Ucraina dovessero essere intaccati i reattori delle centrali nucleari il piano è pronto con una serie di misure che coinvolgerebbero anche la popolazione a partire dalla fase acuta del passaggio della nube radioattiva. Nelle oltre 250 pagine del piano di protezione civile rientrano anche le pillole allo iodio di cui si discute molto in queste ore, da somministrare però con modalità ben precise – Intervistati GIANPAOLO BOTTACIN (Assessore Protezione Civile Regione Veneto) (Servizio di Francesca Bozza)


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