27/02/2022 VENEZIA – La guerra e gli effetti sull’economia veneta. Non solo materie prime, energia ed esportazioni, ma anche il turismo. Che nei Paesi dell’Est ha sempre trovato un bacino fondamentale di fruitori, già bloccati da due anni di pandemia || Doveva essere l’estate della ripartenza definitiva. Due anni di sofferenza facendo i conti con il solo mercato interno, importante ma non sufficiente per risollevare le sorti del Veneto a trazione turistica. Ed ora che l’incubo Covid stava sparendo, la guerra arriva come un macigno forse superiore. C’è il dramma umano di vittime e profughi, ma pure il baratro di un fallimento economico. “Il rischio – spiega Massimiliano Schiavon, presidente di Federalberghi Veneto – è di circa 6 milioni di presenze in meno”. Lo stop alla quarantena per paesi extra Ue dal 1 marzo decisa dal governo era stata vissuta come una liberazione, prima che l’invasione dell’Ucraina facesse precipitare tutto. Ora, anche per aiutare le attività in quella che si annuncia come una nuova, difficile stagione, gli albergatori chiedono che almeno il green pass base per accedere agli hotel venga rimosso – Intervistati MASSIMILIANO SCHIAVON (Presidente Federalberghi Veneto) (Servizio di Nicola Zanetti)
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