24/02/2022 MESTRE – Continua a tenere banco a Mestre il dibattito sull’utilizzo degli edifici pubblici dell’area dell’ex Umberto I. Dopo la proposta di fissare al padiglione De Zottis la sede della Casa di Comunità parla l’architetto Gianfranco Vecchiato. || Un ponte che risale al periodo medievale, circa il 1300, è ciò che rimane accanto all’area dell’ex Umberto I di ciò che fu Mestre secoli fa. Ad osservare la spianata d’asfalto e gli edifici fatiscenti di oggi ci vuole molta immaginazione a pensare che qui vicino una volta c’era un castello del quale oltre a qualche mappa è rimasto solo il nome della strada: via Castelvecchio.Gianfranco Vecchiato è anche uno storico della Mestre che fu, ma da architetto oltre che da cittadino non può non pensare in chiave futura all’enorme possibilità che quest’area dismessa, se ben utilizzata potrebbe giocare in una città che ha avuto decenni di sviluppo e di edificazioni sfrenate e disordinate. Vecchiato è tra coloro che chiede che l’ex padiglione De Zottis diventi sede della Casa di comunità di Mestre: un presidio di assistenza socio sanitaria di prossimità vicina ai cittadini. Ma immaginare cosa accadrà al resto dell’area rappresenta un interesse profondo. – Intervistati GIANFRANCO VECCHIATO (ARCHITETTO) (Servizio di Filippo Fois)


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