22/02/2022 TREVISO – Braccio di ferro tra Fondazione Cassamarca e Unicredit per la proprietà dei quadri del Monte di Pietà, che, dice il presidente Garofalo, devono tornare fruibili a tutta la cittadinanza. || A chi appartengono i 32 quadri storicamente custoditi al Monte di Pietà? A due mesi esatti dall’estinzione del debito capestro che legava Fondazione Cassamarca a Unicredit, il presidente Luigi Garofalo solleva la questione della proprietà delle opere pittoriche che nei secoli si sono aggiunte alle pareti di quello che il secondo Monte di Pietà più antico d’Italia, dopo il Monte dei Paschi. Quando nel 2004, per 5 milioni e 100mila euro, Fondazione acquistò il Monte di Pietà da Unicredit, affittandolo subito dopo allo stesso istituto di credito, acquistò, stando al contratto, anche le cosiddette pertinenze.I primi carteggi risalgono al 2019, da tre anni, quindi, Garofalo non riesce ad avere da Unicredit una risposta con una valenza giuridica. Anzi: il colosso bancario di fatto parla delle opere come gli appartenessero, e il timore è che alla scadenza del contratto di affitto, a fine 2022, gli attuali occupanti si portino via pure i quadri, il più antico dei quali risale al 1478. Garofalo confida nell’attuale amministratore delegato, ma nel carteggio con i precedenti referenti, era stato addirittura diffidato dal reiterare la richiesta pena una denuncia. Tanto che lo stesso progetto di rendere visitabile la splendida Cappella dei Rettori era stato bloccato. Non una questione economica, quella che riguarda i quadri, sottolinea il presidente di Fondazione, ma storico-culturale. – Intervistati LUIGI GAROFALO (Presidente Fondazione Cassamarca) (Servizio di Lina Paronetto)


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