21/02/2022 VENEZIA – La storia e la cronaca, così Luca Zaia ha ripercorso oggi da Marghera i due anni di pandemia. || Sono circa le 17 del 21 febbraio 2020, Luca Zaia si trova nei nostri studi per registrare delle trasmissioni.Il clima è già preoccupato, a livello nazionale si parla del paziente numero uno di Codogno.L’emergenza preme, ma è ancora indecifrabile.E’ in questo momento che il presidente riceve la telefonata che mai avrebbe voluto ricevere. Ci sono i primi casi veneti nel piccolo comune di Vo.Dalla nostra sede di San Biagio di callalta, Zaia si muove verso Padova, dove in serata all’ospedale di Schiavonia muore il 77enne Adriano Trevisan. E’ lui la prima vittima in Italia causata dal Covid.Zaia adotta misure drastiche, come l’evacuazione del nosocomio. Zaia ripercorre così, da Marghera, le tappe dell’emergenza: storia recente e cronaca si confondono. Ci sono due anni da mettere in fila, numeri ed emozioni.Le mascherine che non ci sono e che vengono autoprodotte, i respiratori acquistati in un mercato ormai al collasso.La macchina sanitaria che reagisce, cartina di tornasole l’altissimo numero di tamponi somministrati per lo screening. In due anni sono stati oltre 27 milioni tra molecolari e fai da te. L’estate 2020 che arriva, la calma apparente prima della nuova tempesta. E’ nella seconda ondata che le terapie intensive raggiungono il picco. Il giorno dopo, il 4 gennaio, il bollettino segna il record di vittime: 122 in 24 ore.Ma c’è già la speranza del vaccino, la cui somministrazione era iniziata ufficialmente una settimana prima, il 27 dicembre.A due anni da Vo, il Veneto fissa un bilancio di oltre un milione e 300 mila persone rimaste contagiate dal SarsCov-2.13.726, i decessi. (Servizio di Cristian Arboit)


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