18/02/2022 TREVISO – In due anni di pandemia si sono perse oltre 1000 imprese, questi i conti della Confcommercio provinciale. Il settore più colpito quello degli alberghi, dove il crollo del fatturato è stato dell’80 per cento. “Chiediamo la proroga della cassa integrazione per i nostri collaboratori. Perderli sarebbe devastante”, dice Giovanni Cher. || Prorogare la cassa integrazione per i lavoratori del turismo anche oltre l’eventuale fine dello stato di emergenza legata al Covid. Troppo profonde del resto, le ferite di un settore che nella Marca – in due anni di pandemia – ha perso circa l’80 per cento dei ricavi rispetto agli anni precedenti a fronte di ristori che non sono stati più del 20 per cento del valore delle perdite di fatturato. 140 gli operatori che resistono nel Trevigiano, tutti ancora sulle montagne russe dell’incertezza.Dall’emergenza pandemica a quella dell’energia – che fa esplodere le spese di gestione – il passo è breve, sottolinea Cher, che su tutto chiede una calmierazione vera e propria.Ma i conti della Confcommercio provinciale tracciano un quadro che va oltre l’alberghiero e guarda al terziario nella sua interezza.1059 le imprese “bruiciate”, in due anni di pandemia: saldo che deriva dalla chiusura di 2656 aziende e l’apertura di 1597 nuove realtà. Uno dei pochi comparti a poter sorridere è quello degli alimentaristi, vista la riscoperta dei “negozi di prossimità”, anche grazie ai servizi di recapito a domicilio entrati nelle abitudini di almeno il 30% dei clienti nonostante il superamento delle restrizioni più invasive. Perchè una cosa è certa: al di là dei numeri, sono cambiate le consuetudini di vita. – Intervistati GIOVANNI CHER (Presidente Federalberghi Treviso) (Servizio di Cristian Arboit)


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