13/02/2022 BASSANO DEL GRAPPA – Sul caso del maxidebito da quasi 11 milioni di euro che il direttore generale dell’Ulss 7, il trevigiano Carlo Bramezza, si ritrova a dover coprire, risulterebbero in corso verifiche anche da parte della Regione. || Sarebbero in corso degli approfondimenti anche da parte della Regione sul caso del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, il trevigiano Carlo Bramezza, il cui patrimonio è stato posto in liquidazione dal giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Treviso per far fronte a un debito di quasi 11 milioni di euro maturato per aver firmato a garanzia di consistenti esposizioni debitorie da parte di due società nell’ambito immobiliare di cui era socio. In particolare, gli uffici regionali starebbero effettuando verifiche su quanto dichiarato dallo stesso Bramezza alla firma del contratto di dirigente pubblico in merito al ruolo ricoperto nelle due società in questione. Un buco ingente, quello di cui il manager 55enne è chiamato a rispondere. Bramezza, prima direttore di Ipab come Casa Marani, a Villorba, quindi direttore generale dell’Ulss 4 di San Donà di Piave-Veneto Orientale, ora alla guida dell’Ulss bassanese, ha ottenuto di beneficiare della legge ribattezzata “salvasuicidi” per coprire il maxidebito, quella che consente di mettere in liquidazione il proprio patrimonio personale per saldare i creditori. Il decreto del giudice Clarice Di Tullio cita il pignoramento dell’abitazione, di un appartamento già andato all’asta, di soldi in banca e quote azionarie nonché del quinto dello stipendio, lasciando nella disponibilità del manager solamente un minimo vitale e l’auto utilizzata per recarsi al lavoro. (Servizio di Lina Paronetto)


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