12/02/2022 TREVISO – Crac Veneto Banca. A una settimana dalla condanna a 4 anni di reclusione per Vicenzo Consoli, si è tornati questa mattina in aula per il filone bis. L’accusa stavolta – che non riguarda solo Consoli – riguarda anche altri funzionari della banca. Tra le oltre 2000 parti civili attese non ci sarà il Comune di Montebelluna: “Non vogliamo erodere il patrimonio che spetta ai truffati”, dice il sindaco. || Ha tutta l’aria di diventare un maxi-processo, forse senza precedenti, quello che si è aperto in mattinata in Tribunale a Treviso con la prima delle udienze preliminari sul filone-bis relativo all’inchiesta sul crac Veneto Banca.Stavolta l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e vede sul banco degli accusati oltre a all’ex amministatore delegato Vincenzo Consoli anche altri funzionari ed ex responsabili apicali del gruppo.Oltre 2000 le parti civili che si stanno costituendo e che si costituiranno a breve parte civile, stando a una prima stima. Tra loro non ci sarà il Comune di Montebelluna, che pure aveva valutato l’ipotesi accanto ai suoi legali.Le motivazioni sono due, una giuridica, l’altra etica.Per il primo cittadino, quindi, va evitato l’effetto boomerang, anche perchè le ricadute sociali di quel crac sono ancora ben visibili sul territorio montebellunese, il più colpito inevitabilmente dal crollo della sua storica banca.Tutte considerazioni che comunque entreranno in questo secondo filone a una settimana esatta dalla condanna a quattro anni di reclusione a Vincenzo Consoli, per false comunicazione e falso in prospetto. Dai reati contro la vigilanza ora, i giudici si concentreranno prevalentemente su quelli contro il patrimonio personale, quindi la carne viva dello scandalo che ha travolto migliaia di famiglie e un intero territorio. – Intervistati ADALBERTO BORDIN (Sindaco di Montebelluna) (Servizio di Cristian Arboit)
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