12/02/2022 BASSANO DEL GRAPPA – Il caso del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, il villorbese Carlo Bramezza, chiamato a coprire un debito di quasi 11 milioni di euro. Il Tribunale ha dato il via libera alla liquidazione del suo patrimonio. || Ha suscitato clamore e fa inevitabilmente discutere il caso del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana, il trevigiano Carlo Bramezza, nei confronti del quale il Tribunale di Treviso ha dichiarato aperta una procedura di liquidazione del patrimonio per un debito di quasi 11 milioni di euro, maturato per aver firmato, una decina di anni fa,a garanzia di consistenti esposizioni debitorie, non sue ma di terzi, nell’ambito immobiliare. Investimenti non andati a buon fine, che hanno creato un buco di cui ora il manager 55enne, socio tra il 2006 e il 2013 di due società divenute insolventi,è chiamato a rispondere. Non dunque una vicenda collegata all’attuale incarico di Bramezza, cresciuto politicamente nelle file della Dc,quindi l’esperienza di direttore Ipab, in particolare Casa Marani, a Villorba, prima della nomina a direttore dell’Ulss 4 di San Donà di Piave, a cui è seguita quella all’Ulss bassanese. Fratello di Ilaria, attuale capodipartimento al Ministero delle Infrastrutture dopo essere stata direttrice generale in Regione, deve ora far fronte a una serie di stringenti provvedimenti disposti nei suoi confronti dal giudice Clarice Di Tullio con un decreto depositato lo scorso ottobre, cheche accoglie la domanda dell’avvocato di Bramezza di poter mettere a disposizione tutti i propri beni per soddisfare i creditori, tra cuil’abitazione, un appartamento già andato all’asta, soldi in banca e quote azionarie. Ma anche il quinto dello stipendio, che viene dunque pignorato. Per lui solo il minimo vitale, poco più di duemila euro, e l’auto, che ha chiesto di conservare per esigenze lavorative. Per coprire il maxidebito, il manager ha ottenuto di beneficiare della legge ribattezzata “salvasuicidi”, che tra i presupposti per usufruirne, ha anche quello di non aver messo in atto azioni mirate a frodare i creditori. Un quadro impegnativo e complesso, che pone necessariamente degli interrogativi sull’opportunità, per chi ne venga investito, di svolgere ruoli dirigenziali. (Servizio di Lina Paronetto)


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