10/02/2022 MARGHERA – Alla manifestazione per il Giorno del Ricordo a Marghera anche persone che vissero in prima persona il dramma dell’esodo giuliano-dalmata. || Carlo ha più di 90 anni, ne aveva 16 quando assieme alla famiglia lasciò Zara e il dramma di un fratello ucciso assieme ad altre migliaia nell’eccidio delle Foibe. In occasione del Giorno del Ricordo a Marghera porta la bandiera della sua città accanto a Giuseppe, che mostra quella di Fiume, la città che lasciò quando aveva un anno e mezzo. Nel 1947 il trattato di Parigi stabilì il passaggio delle provincie del Carnaro, di Zara, di gran parte dell’Istria e della maggior parte della Venezia Giulia alla Jugoslavia provocò l’esodo di almeno 300mila profughi: più di 8.500 arrivarono nel veneziano. Nel Comune si concentrarono soprattutto in due aree residenziali a San Pietro di Castello e a Marghera.In un mondo uscito dalla guerra spaccato in due blocchi militari ed ideologici, la radicalizzazione politica poteva portare ad un andamento alterno dell’accoglienza. Ma le storie dei profughi a Venezia sono state quasi sempre a lieto fine come quella di Carlo che negli anni ‘50 ha incontrato Luciana alla Giudecca. Un matrimonio saldo ancora oggi. – Intervistati CARLO ZOHAR DI KARSTENEGG, GIUSEPPE BUDICIN (Servizio di Filippo Fois)
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