PADOVA – “Un anno che definire orribile e dire poco” commenta così Marco Goldin i risvolti dell’emergenza sanitaria. Inestimabile la perdita per la chiusura di mostre e musei. Lo stop di mese della mostra di Van Gogh avrà pesanti ripercussioni che si somma alle perdite subite a marzo per la chiusura anticipata della mostra su Giacometti a Verona. || Perdite inestimabili non ci sono altri aggettivi per Marco Goldin lo storico d’arte trevigiano organizzatore della grande mostra dedicata a Van Gogh e ai colori della vita. L’evento – inaugurato ad inizio ottobre – che ha portato a Padova un centinaio di capolavori di fama internazionale del maestro olandese e di artisti del calibro di Gaugin e Francis Bacon, era già stata fortemente segnato fin dall’apertura con gli ingressi ridotti a causa dell’emergenza sanitaria che aveva tagliato le presenza possibili di circa la metà. Ora la nuova ondata di covid e l’impennata dei contagi ha portato alla chiusura fino al 3 dicembre di mostre e musei. Un dramma per chi organizza questi eventi di respiro internazionale.Parliamo di costi di assicurazione, le opere hanno un valore inestimabile, e poi di gestione dei prestiti e il sistema di sicurezza. La speranza è che a dicembre si possa riaprire e che ci sia una proroga della durata. La chiusura di grandi mostre come quella di Van Gogh comparta perdite senza precedenti senza contare quelle che si sono registrate con le mostre chiuse in anticipo a marzo durante il primo lockdown. – Intervistati MARCO GOLDIN (Storico d’Arte e Organizzatore Mostra Van Gogh) (Servizio di Valentina Visentin)