10/01/2022 BELLUNO – Situazione epidemiologica impegnativa nel Bellunese dove i casi di positività si attestano su 5/600 al giorno, quasi il doppio rispetto ai numeri della alla seconda ondata. Ampia l’offerta vaccinale sia nei centri istituzionalizzati che nelle sedi periferiche. Il punto con il dottor Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti. || Prosegue senza sosta la campagna vaccinale in provincia di Belluno dove la situazione epidemiologica sta mostrando il volto più severo nei numeri dei contagi più che nel tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri.Fra qualche mese si tireranno le somme; le varianti Delta e Omicron sono molto diffuse anche nel territorio bellunese e sono causa di contagio anche fra la popolazione vaccinata che riesce a superare la malattia agevolmente e senza grossi scossoni. Il contrario rispetto a quanto accade ai non vaccinati nei confronti dei quali le disposizioni governative hanno un tratto evidente. “C’è però bisogno di semplificare le norme” ammette Cinquetti. Frattanto, all’unità di crisi al 5° piano del San Martino di Belluno il lavoro prosegue senza sosta: più di 100 persone in campo a cui se ne affiancano altrettante per l’attività ordinaria del dipartimento. L’incidenza dei casi di positività sta creando sofferenza all’attività di contact tracing mentre la presa in carico viene garantita con adeguatezza. – Intervistati SANDRO CINQUETTI (DIRETTORE DIPARTIMENTO PREVENZIONE ULSS 1) (Servizio di Tiziana Bolognani)


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