04/01/2022 VENEZIA – Mondo della scuola nell’incertezza a una manciata di giorni dal ritorno in classe, il Governo è deciso a far rientrare i ragazzi in presenza, ma il dibattito è ancora aperto. L’associazione presidi chiede certezze. || Non è il contenuto in sé delle misure anticovid che preoccupa, in vista del ritorno a scuola, i dirigenti scolastici veneti, ma l’incertezza che ancora regna a una manciata di giorni dalla ripresa delle lezioni, e il timore che le nuove disposizioni non abbiano una stabilità sufficiente. Il nodo non è se sia meglio la didattica in presenza o a distanza, se i non vaccinati vadano o no lasciati a casa, spiega il presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi Armando Tivulli, ma è consentire al mondo della scuola di adempiere al proprio ruolo. «Evviva le questioni di principio – commenta – ma a noi servono certezze per poter programmare l’attività scolastica. E stabilità non di qualche giorno, ma di settimane». Un rientro, quello del 10 gennaio, su cui gravano anche le assenze di personale, si stima tra il 5 e l’8% in Veneto, che sta producendo l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori della scuola. Dall’entrata in vigore del provvedimento, avevano venti giorni per mettersi in regola. – Intervistati ARMANDO TIVULLI (Pres. regionale Associazione presidi) (Servizio di Lina Paronetto)


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