31/12/2021 VENEZIA – Monsignor Francesco Moraglia fa un suo primo bilancio dell’anno che si conclude e guarda, con ottimismo, alle prospettive per il 2022. Il Patriarca di Venezia incoraggia una città che, anche durante il Covid, non ha voluto darsi per vinta, ma chiede con forza che il nuovo anno sia quello delle scelte strategiche per il futuro. || Nell’ultimo giorno dell’anno si alza forte la voce del Patriarca, monsignor Francesco Moraglia, che, sotto l’albero di Natale, per il nuovo anno, chiede scelte importanti per il futuro di Venezia.Monsignor Francesco Moraglia fa un suo primo bilancio dell’anno che si conclude e guarda, con ottimismo, alle prospettive per il 2022 Il Patriarca incoraggia una città che, anche durante il Covid, non ha voluto darsi per vinta, ma chiede con forza che il nuovo anno sia quello delle scelte strategiche per il futuro. Ma è proprio nella concretezza e nella debolezza dell’odierna situazione dell’uomo – ha scritto monsignor Moraglia nel suo messaggio di Natale – che nasce il Bambino di Betlemme, venuto a noi – per usare il linguaggio di san Paolo – “secondo la carne” e rinnovando, oggi, per noi, il Natale del Signore.Il primo augurio è di mettersi in ascolto della buona notizia del Natale facendovi spazio in noi. Il Signore viene incontro alla nostra umanità per salvare lo spirito, l’anima e il corpo, ossia l’interezza dell’uomo.Non dobbiamo aver paura di nominare né l’evento del Santo Natale né la persona di Gesù, anche se qualcuno vorrebbe cancellarli dalla mente e dal cuore della gente come se non fossero mai esistiti; cancellarli con un colpo di spugna, dimenticando che hanno cambiato, per sempre, il corso della storia e dell’umanità “di generazione in generazione”. Abbiamo qui la speranza che non delude, né i discepoli, né la Chiesa, né il mondo!Se si perde il Natale, e con esso Gesù, si è più poveri, privi d’identità e di una speranza affidabile. Se si cancella Dio e lo si esclude dal contesto pubblico, allora si cancella l’uomo ed ogni conseguenza – anche la più tragica – diventa possibile, come rileva lo scrittore e pensatore russo Fëdor M. Dostoevskij con la frase emblematica che leggiamo nel romanzo “I fratelli Karamazov”: “Se Dio non esiste, tutto è permesso, tutto è lecito”. Senza il Dio “venuto nella carne” perdiamo la nostra stessa umanità.Lasciamo, quin – Intervistati MONS. FRANCESCO MORAGLIA (PATRIARCA DI VENEZIA) (Servizio di Lorenzo Mayer)
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