20/12/2021 MESTRE – Aumentano in Veneto le morti sul lavoro. Oramai sono più di novanta. Il centro studi della CGIA di Mestre lancia l’allarme puntando il dito soprattutto contro i pericoli del lavoro irregolare. || Nel veneziano la notizia dei tre operai morti nel crollo di una gru durante dei lavori di restauro a Torino è arrivata in un momento di cordoglio per l’incidente sul lavoro costato la vita al carpentiere Daniele Zacchetti a Trieste e in un Veneto in cui secondo i dati Inail dei primi dieci mesi dell’anno le morti nei luoghi di lavoro sono salite a 89 rispetto alle 71 del 2020.Con 21 e 17 decessi Verona e Treviso sono le province con la situazione più drammatica. Certo nel 2020 parecchie attività produttive erano state costrette dal Covid a chiudere per diversi mesi, tuttavia si tratta di tragedie che sembrano non avere fine. Secondo la CGIA di Mestre, che ha elaborato i dati, la tendenza più preoccupante è a Padova dove i nove morti dei primi 10 mesi del 2020, quest’anno sono saliti a 15 (+66,6%).La CGIA punta il dito in particolare contro il lavoro irregolare.Un fenomeno che in Veneto registra dimensioni più contenute rispetto ad altre zone del paese: dei 206.500 lavoratori in nero presenti in Regione, gli sfruttati da caporali o da organizzazioni criminali restano una piccola minoranza. Un aspetto che non deve far sottovalutare la gravità di lavoratori sottoposti a condizioni degradanti e disumane da parte di pseudo-imprenditori che agiscono, nei campi e talvolta anche nei cantieri, con modalità criminali. Oltretutto pur non essendoci dati in grado di dimostrarlo, a seguito della crisi pandemica la situazione apparein deciso peggioramento. – Intervistati PAOLO ZABEO (COORDINATORE UFFICIO STUDI CGIA MESTRE) (Servizio di Filippo Fois)


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