FREGONA – E’ gia’ passato in commissione giustizia il disegno di legge che riabilita la distillazione della grappa in casa. Un ritorno alle origini che abbiamo ricreato alle pendici del Cansiglio. || Un rito antico quasi quanto il vino, ma soprattutto uno dei simboli delle nostre radici contadine. Ecco come si faceva la grappa in casa, costruendosi letteralmente infusori e alambicchi.C’e’ tutta l’inventiva veneta in questa distillazione. Cosi’ la guarnizione di tenuta della caliera normalmente utilizzata per la polenta con il coperchio con la serpentina veniva fatta con la farina da fiore bagnata e spalmata sul bordo mentre il raffreddamento avveniva in un cilindro pieno d’acqua. Poi c’era la scelta che per i patiti della tv era anche lo storico slogan della grappa Piave: via la testa via la coda resta solo il cuore della grappa. Perche’ all’inizio escono le impurita’ e alla fine alcool metilico un vero veleno per il fegato. Coda che pero’ molti comunque barattavano con inevitabili conseguenze per il fegato del compratore. Ecco perche’ farsi la grappa divenne fuorilegge. Ma i tempi e soprattutto le coscenze cambiano e di conseguenza anche le leggi. Cosi’ una nuova norma per la grappa sta gia’ passando le varie commissioni a Roma con specifiche ben precise di controlli Usl e quantita’ permesse; gradazione non oltre i 45 gradi e massimo 20 litri a distillatore. – Intervistati MARIO MARCON, Sen. GIANPAOLO VALLARDI (Presidente commissione Agricoltura) (Servizio di Lucio Zanato)


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