20/11/2021 VENEZIA – Sono attese migliaia di persone domani a Venezia, dalle 5.30 alle 22.30 in pellegrinaggio alla Basilica della Salute per rinnovare il voto alla Vergine nella festa più amata dai veneziani. Obbligo per i fedeli di tenere la mascherina anche all’aperto, viste le previsioni di affluenza. || Le porte della Basilica della Madonna della Salute si apriranno domani mattina alle 5.30, quando fuori sarà ancora buio. Ma la festa a Venezia è già iniziata, introdotta dal cammino dei Giovani, che, da tutta la diocesi, nel pomeriggio di oggi, si sono ritrovati in campo San Maurizio, per compiere il loro pellegrinaggio, aperto dal Patriarca Francesco. Domani alle 10 la messa solenne, presieduta dal Patriarca, che Antenna 3 seguirà in diretta. La Festa della Madonna della Salute, segno ancor più oggi di una città resiliente che si rialza e riparte, guardando anche verso l’alto e affidandosi alla Vergine, dopo le ferite iniziate con l’Acqua Granda del novembre 2019.ll legame tra Venezia e la peste è fatto di morte e di sofferenza, ma anche di rivalsa e di volontà e forza di lottare e ripartire. La Serenissima ricorda due grandi pestilenze, delle quali la città porta ancora i segni. Episodi drammatici che causarono in pochi mesi decine di migliaia di morti: tra il 954 e il 1793 Venezia registrò in totale sessantanove episodi di pestilenze. Tra questi, la più importante fu quella del 1630, che portò poi all’edificazione del tempio della Salute, a firma di Baldassare Longhena, e che costò alla Repubblica 450 mila ducati.La peste si diffuse a macchia d’olio, prima nel rione di San Vio, poi in tutta la città, aiutata anche dall’incoscienza dei mercanti che rivendevano gli indumenti dei morti. Gli allora 150 mila abitanti vennero presi dal panico, i lazzaretti erano stracolmi, negli angoli delle calli venivano abbandonati i cadaveri dei morti da contagio.  Il patriarca Giovanni Tiepolo ordinò che dal 23 al 30 settembre del 1630 si tenessero delle preghiere pubbliche in tutta la città, specialmente nella cattedrale di San Pietro di Castello, allora sede patriarcale. A queste preghiere si unirono il doge Nicolò Contarini e tutto il Senato. Il 22 ottobre si deliberò che per 15 sabati si dovesse svolgere una processione in onore della Maria Nicopeja. Ma la peste continuava – Intervistati DON FABRIZIO FAVARO (RETTORE BASILICA DELLA SALUTE), SIMONE VENTURINI (ASSESSORE COESIONE SOCIALE COMUNE DI VENEZIA) (Servizio di Lorenzo Mayer)


videoid(oAnj4IASw2A)finevideoid-categoria(a3venezia)finecategoria