12/11/2021 TREVISO – Dalla Carta di Treviso al Patto per Treviso. Un protocollo che ha fra gli obiettivi quello di tutelare i minori dai pericoli della Rete || Sempre più i giovani, sopratutto i minori, si interfacciano quasi esclusivamente sulle piattaforme del web. I social sono diventati quasi indispensabili per la loro vita. Ma i pericoli che corrono sono tantissimi e a volte drammatici. Così a 30 anni dalla carta di Treviso, si sta discutendo un ulteriore protocollo: il patto di Treviso. Presenti, il sindaco Conte, il presidente di telefono azzurro Ernesto Caffo e Il ministro per la famiglia Elena Bonetti. Il 20% dei ragazzi tra i 12 ed i 18 anni guarda video on line per studiare ed informarsi. Ma al 60 per centro capita anche di condividere notizie ed informazioni sui social network senza aver prima valutato che siano attendibili: Il 55 % ha condiviso invece parti della propria vita on line. Sono alcuni dei dati di un’indagine promossa da telefono azzurro e Doxa Kids. Non solo ma è anche emerso che un ragazzo su 4 ha riferito che i genitori pubblicano sui social contenuti che lo riguardano. I bambini hanno una sensibilità rispetto alla privacy molto forte ha spiegato Ernesto Caffo, mentre i genitori su questo lato sono più trasgressivi. Nella bozza del patto di Treviso si chiede alla famiglia l’impegno ad astenersi da ogni forma di diffusione al pubblico di foto, video e dati personali di bambini e adolescenti, incluso lo sfruttamento commerciale dell’immagine del minorenni. Nel documento viene evidenziato fra l’altro che i bambini in misura crescente frequentano, crescono e vivono sempre più immersi nell’ecosistema digitale, utilizzando gli stessi dispositivi e servizi, calibrati per gli adulti. – Intervistati ELENA BONETTI (Ministro per la Famiglia) (Servizio di Daniela Sitzia)


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