28/10/2021 BELLUNO – Tre anni da Vaia, la tempesta che sconvolse la montagna veneta. “Orgogliosi di quanto fatto e faremo”, le parole di Zaia: oltre 2000 i cantieri aperti per la ricostruzione. || Sono passati tre anni dalla tempesta perfetta, e i cantieri in ogni angolo del Bellunese non si sono mai fermati nemmeno in piena pandemia.A Rocca Pietore, comune divenuto simbolo del dramma, l’elenco delle cose fatte e da fare è lungo, come spiega lo stesso sindaco Andrea De Bernardin.La cronaca dell’emergenza, da queste parti, è quindi diventata presto cronaca della ricostruzione, con il coordinamento affidato allo stesso presidente Luca Zaia in qualità di commissario straordinario: “Orgogliosi di quanto fatto e faremo”, le sue parole. Oltre 2000 i cantieri, 700 i milioni di euro investiti. “Abbiamo imparato a fare squadra per l’ambiente”, il commento del ministro bellunese D’Incà.Ma i frammenti di quei giorni non si dimenticano. Sono le 14 del 26 ottobre quando parte la prima allerta idrogeologica, ma è dal 28 che le piogge diventano fortissime, con un vento di scirocco che nel pomeriggio del 29 tocca picchi di 192 km orari.E’ qui che l’allerta diventa dramma, l’Apocalisse.Le piante vengono sradicate, i cartelloni stradali divelti, i tetti scoperchiati. I boschi diventano cimiteri di alberi.Il comune più danneggiato è Feltre, sulla Culliada un uomo di 49 anni viene travolto da un albero mentre rientra dal lavoro.E’ lui di fatto l’unica vittima di Vaia, ma tutti sanno che poteva andare peggio se gli enti locali non avessero adottato provvedimenti e lanciato appelli. Come a Longarone, dove l’ordinanza di evacuazione dell’area industriale è stata provvidenziale. – Intervistati ANDREA DE BERNARDIN (Sindaco di Rocca Pietore), ROBERTO PADRIN (Presidente Provincia Belluno – Sindaco di Longarone) (Servizio di Cristian Arboit)


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