MARENO DI PIAVE – La puntata odierna della rubrica “un oggetto, una storia” ci porta a Santa Maria lungo il Piave di Papadopoli dove e’ ancora visitabile uno dei bunker costruiti agli austrotedeschi dopo Caporetto nei giorni in cui 102 anni fa iniziava la battaglia finale per Vittorio Veneto. || Il contagio ha annullato la manifestazione ma non la passione di questi fanti. Passione per la storia delle nostre terre e passione per gli oggetti che hanno segnato lo scandire degli eventi. Come per questa casa che ha ospitato famiglie contadine per oltre un secolo e mezzo e oggi seppur rudere racconta non solo la fatica dei campi ma la devastazione della grande guerra. Siamo sul fronte del piave tra santa maria e malanotte e qui proprio in questi giorni di fine ottobre del 1918 inizio’ l’assalto finale verso vittorio veneto. E il primo oggetto di questa storia e’ un mortaio recuperato proprio qui tra i sassi del Piave.Un recupero unico nel suo genere che Giuseppe con orgoglio oggi racconta ai compagni come fa di solito a chi gli chiede della grande guerra. Perche’ il fiume sacro alla patria nonostante sia passato oltre un secolo continua a restituire frammenti che raccontano quei giorni.Ma forse la testimonianza emotivamente piu’ forte la racconta questo bunker. Fa impressione scendere nel buio di questa stanza senza altri varchi oltre all’entrata e fatta tutta di cemento armato. Un mortaio, dei bossoli e un bunker segni della nostra storia da non dimenticare in questi giorni ricordati cosi’ dagli anziani del luogo. – Intervistati ANTONIO STANGONI (Associazione Fanti Mareno di Piave), GIUSEPPE FAVERO (Recuperante e associato Fanti Mareno di Piave), GIORGIO FORNASIER (Pres. Ass. Fanti Mareno di Piave) (A cura di: Lucio Zanato)