VALDOBBIADENE – Cresce l’attesa per la tappa a cronometro del giro d’Italia tra Conegliano e Valdobbiadene. Un percorso gia’ addobbato in rosa con fiocchi, palloncini ma anche tanti cartelli con le precauzioni anticontagio. || E siamo arrivati alla vigilia della tappa Unesco per il giro d’Italia al tempo del coronavirus. Un evento che, stando alla frenesia che si percepiva lungo il percorso da Conegliano a Valdobbiadene, vuole essere quasi un antidoto alla paura che il contagio ha instillato in ognuno di noi soprattutto in questo periodo di levitazione di casi e ricoveri. Ecco allora i palloncini rosa, i nastri rosa, i cartelli rosa con le frecce per evitare che i concorrenti, presi dallo sforzo atletico, sbaglino direzione finendo in mezzo alle vigne anziche’ in piazza a Valdobbiadene. Comune che, tanto per non sbagliarsi, ha fatto metere ogni 100 metri un cartello grande due metri per uno con, a lettere giganti, l’ordine di tenere indossate le mascherine adeguatamente distanziati. Un modo per evitare l’inevitabile scusa:«non avevo visto». Cartelli accanto a quelli altrettanto grandi che definiscono il cuore del territorio Unesco, quella che in inglese, come peraltro e’ scritto il cartello, viene definita la “core zone”. Citta’ ai piedi del monte Endimione che, rispetto a Conegliano, sembra avere un’attesa piu’ tiepida dei “girini”. Ma e’ solo un’impressione perche’ appena entri in uno dei locali in piazza, tutti sono pronti e sorridenti per l’evento che per ventiquattrore invadera’ pacificamente strade e piazze. Certo, come in tutte le comunita’ c’e’ il “bastian contrario” che il prosecco domani lo andra’ a bere a Pianezze ma la maggioranza dei cittadini sa che comunque sia sara’ una festa, anche perche’, cinque anni fa e’ stata tale e se lì non c’era il pericolo e le limitazioni del contagio c’era ben una pioggia battante che non ha datio tregua un attimo fino all’untimo degli arrivi. Tornando indietro oltre ai tanti inddaffarati ad abbellire il percorso si trovano gli incalliti della tappa ovvero gli appassionati che il covid gli fa un baffo perche’ loro il distanziamento lo stabiliscono il giorno prima, di mascherine ne hanno per un esercito, e il loro inno e’ Bartali di Paolo Cont – Intervistati MATTIA PERENCIN (Sindaco di Farra di Soligo), LUCIANO FREGONESE (Sindaco di Valdobbiadene) (A cura di: Lucio Zanato)