15/12/2025 VENEZIA – Dopo la strage in Australia sono stati rafforzati i dispositivi di sicurezza al Ghetto di Venezia. Secondo il presidente Dario Calimani è il momento più difficile vissuto dalla comunità ebraica veneziana. || Avvolto da una leggera nebbia e dal silenzio di una Venezia in bassa stagione, il candelabro a nove braccia che celebra “l’Hannukah”, la festa delle luci, svetta in campo del Ghetto Novo. E appare lontanissimo dalla stessa ricorrenza che si è trasformata in strage in Australia. Dall’atto terroristico di un padre e figlio affiliati all’Isis che hanno sparato contro la folla provocando 15 morti e 38 feriti. Invece l’Australia è più vicina di quanto possa sembrare…La sicurezza al Ghetto di Venezia è stata aumentata, e paradossalmente è una brutta notizia, perché è lindicie di un rischio reale. Dario Calimani è presidente della Comunità Ebraica ed è sconcertato dal diffondersi di un clima antisemita che non si viveva dai tempi che finirono con la vittoria degli alleati sui regimi nazisti e fascisti.A lasciare allibiti secondo Calimani è soprattutto la superficialità di un dibattito pubblico cui mancano le nozioni fondamentali, spesso fatto da chi non è nemmeno in grado di distinguere la differenza tra israeliani ed ebrei, tra stato di Israele (in cui peraltro un abitante su quattro non è ebreo) e il governo attualmente in carica nello stato di Israele che secondo i sondaggi è minoranza nel paese. – Intervistati DARIO CALIMANI (PRESIDENTE COMUNITA’ EBRAICA VENEZIANA) (Servizio di Filippo Fois)
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