09/03/2021 TREVISO – Controlli dell’Inps su indennità covid e cassaintegrazione, oltre 400 i trevigiani a cui è stata chiesta la restituzione del bonus percepito la scorsa primavera perché non ne avevano diritto. || Indennità covid da 500, 600 o mille euro, erogate nell’aprile del 2020: l’Inps ha chiesto a 417 trevigiani, la restituzione di quanto percepito, perché di fatto i requisiti per accedere al bonus non c’erano. Complessivamente, 263mila euro che ritorneranno nelle casse dello Stato. La priorità, in primavera, era quella di erogare velocemente le somme a chi era improvvisamente rimasto senza reddito, spiega il direttore regionale dell’Istituto di previdenza Antonio Pone, va da sé che ora sono scattati anche i controlli, doverosi trattandosi di denaro pubblico. Accertamenti non facili per gli stessi vincoli normativi a cui deve sottostare l’Inps. 8.500 le pratiche esaminate sulle oltre 59mila presentate. Poco più di 400, come detto, quelle irregolari. I controlli sono in corso anche sul fronte delle domande di cassaintegrazione presentate dalle aziende, oltre 43mila nella Marca. In Tutto il Veneto sono 27 le ispezioni in azienda attualmente in corso, 5 a Treviso. Risolti, invece, i problemi di ricezione delle domande di pensione di un contingente di lavoratori precoci, il 27 e 28 febbraio e il 1 marzo, per un aggiornamento del sistema: pur se pervenute in ritardo, l’Inps le ha considerate valide. – Intervistati ANTONIO PONE (Direttore regionale Inps) (Servizio di Lina Paronetto)


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