25/11/2025 VENEZIA – Un risultato netto ma con tanti spunti di riflessione quello delle elezioni regionali in Veneto. Dall’astensionismo record all'”effetto Zaia”, l’analisi dei dati degli esperti di Youtrend per l’Osservatorio Elettorale del Consiglio Regionale. || Pur in quadro politico che si conferma stabile, non mancano gli spunti di riflessione sui risultati delle ultime elezioni in Veneto. La prima è che pur in una Regione con una tendenza molto marcata, quella che ha portato all’elezione di Alberto Stefani è stata – a parte il 2000 – l’affermazione più netta della coalizione di centro-destra da quando nel 1995 si è cominciato a eleggere direttamente il presidente. E come nel 2000, un’elezione nella quale ha fatto da traino Luca Zaia: 203.054 preferenze complessive nei sette collegi del Veneto.Eppure il centro-sinistra non aveva percentuali così alte in Veneto dal 2010. E Giovanni Manildo così come Stefani, grazie al voto disgiunto, ha ottenuto più preferenze della somma dei partiti che lo sostenevano. Ma nell’analisi realizzata da Youtrend per l’Osservatorio Elettorale del Consiglio Regionale del Veneto, queste sono anche le elezioni col minimo storico di affluenza alle urne un 44,6% che la pone tra i dieci risultati peggiori delle Regionali in Italia.Il successo della Lega è stato ovunque: primo partito in 490 Comuni su 560. Nello specifico poi, se il divario tra centro-destra e centro-sinistra rimane relativamente contenuto nei Comuni capoluogo, vira quasi plebiscitariamente a destra nei paesi con meno di 15mila abitanti.C’è infine l’analisi della sempre più importante propaganda attraverso i “social network”, anche qui ha prevalso Stefani ma c’è un caso Riccardo Szumsky. – Intervistati GIOVANNI DIAMANTI (ANALISTA YOUTREND), MARTINA CARONE (ANALISTA YOUTREND) (Servizio di Filippo Fois)
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