07/10/2025 BELLUNO – Caso Unabomber, la verità sembra ancora lontana. Una superperizia lunga, attesa per oltre due anni, ha consegnato un risultato che è ancora una dattuta d’arresto: nessun DNA compatibile, nessun nome, nessuna svolta. || Nessun DNA compatibile, nessun nome, nessuna svolta. La superperizia ordinata dal gip di Trieste Luigi Dainotti e affidata all’ex comandante del RIS di Parma, Giampietro Lago, e all’antropologa molecolare Elena Pilli, non ha trovato alcuna corrispondenza genetica fra i reperti analizzati. “Prevedibile” per l’avvocato Maurizio Paniz, difensore di Elvo Zornitta, l’ingegnere bellunese residente nel Pordenonese, ad Azzano Decimo, finito al centro dell’inchiesta nel 2004 e poi scagionato nel 2009 al termine di un percorso istruttorio che non lo ha nemmeno portato a processo dopo la scoperta che il poliziotto scientifico Ezio Zernar, condannato in via definitiva, aveva manomesso un lamierino rinvenuto all’interno di un ordigno inesploso e attribuito a Unabomber. Il nome di Zornitta, successivamente è stato inserito nell’elenco degli indagati nel supplemento di istruttoria che ha comportato l’analisi di 27 reperti.E mentre le accuse cadono in prescrizione, anche per la giustizia il tempo sembra essere ormai scaduto. – Intervistati MAURIZIO PANIZ (DIFENSORE ELVO ZORNITTA) (Servizio di Tiziana Bolognani)


Questo contenuto audiovisivo è di proprietà esclusiva di Medianordest. È vietato l’utilizzo, la distribuzione, la riproduzione, o qualsiasi altra forma di elaborazione o condivisione del materiale senza previa autorizzazione scritta da parte di Medianordest.videoid(pNmGo-_AmXY)finevideoid-categoria(a3treviso)finecategoria