06/08/2025 TREVISO – Sicurezza del Piave, scendono in campo anche le associazioni ittico-venatorie, coinvolte dalla Provincia di Treviso nel controllo dei bagnanti dopo i tre decessi che si sono registrati nel fiume tra la Marca e il bellunese. Ma c’è chi si tuffa, in barba al divieto di balneazione, anche nel Sile. || Non solo il Piave: anche nel Sile ci sono ragazzi che si tuffano senza considerare la pericolosità del fiume, ricco, in questo caso, di alghe, che possono intralciare il ritorno in superficie. Lo spunto arriva dalla Fipsas, la Federazione italiana pesca sportiva, una delle associazioni ittico-venatorie a cui la Provincia ha chiesto di collaborare alla campagna di sensibilizzazione sui rischi del Piave, dopo l’annegamento il 18 giugno a Fagarè di un 21enne e quello di una bambina di 9 anni dieci giorni dopo a Pederobba. Ma anche dopo il tragico incidente occorso a metà luglio a Lentiai, nel bellunese, a una 15enne rimasta schiacciata da un masso. I fiumi non sono balneabili, la norma è chiara. Ma Ferragosto è alle porte come pure il caldo intenso e ogni contributo può essere prezioso per evitare nuovi drammi. – Intervistati TOMMASO CAPPUCCIO (Presidente provinciale Fipsas), STEFANO MARCON (Presidente Provincia Treviso), CARLO TORRESAN (Presidente provinciale Federcaccia), PAOLO MAGGION (Presidente provinciale Libera Caccia) (Servizio di Lina Paronetto)


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