20/02/2021 TREVISO – Un anno di pandemia nelle parole del sindaco di Treviso e presidente dell’Anci Mario Conte, che ricorda l’importante ruolo svolto dagli amministratori locali nella gestione dell’emergenza. || Il peso della responsabilità, nel colmo di un momento drammatico per la città, il Veneto, l’Italia intera. E quel profondo senso di solitudine, provato in piazza, il 7 aprile, quando, senza nessuno intorno, commemorò le vittime del bombardamento di Treviso del 1944. Mario Conte ha vissuto l’anno della pandemia nella doppia veste di sindaco di Treviso e presidente dell’Anci e riconosce l’importante ruolo degli amministratori locali nella gestione della pandemia. La preoccupazione per l’epidemia che si diffondeva, per le ricadute economiche, per la tenuta stessa del bilancio del Comune. Gli ultimi mesi, quelli della seconda ondata, i più difficili, secondo Conte, per l’alto numero di decessi, nel territorio. Da sindaco, non rinnega nessuna decisione presa in questo lungo anno di emergenza, a cominciare da quella, impopolare, che obbligò proprio i trevigiani, per primi in Veneto, a indossare la mascherina anche all’aerto. Nei cittadini, dice di aver trovato grandi risorse per reagire, non ultimo il forte senso di solidarietà e di aiuto reciproco e, è convinto, verrà mantenuto anche per il dopo, così da non lasciare indietro nessuno. – Intervistati MARIO CONTE (Sindaco di Treviso) (Servizio di Lina Paronetto)


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