30/07/2025 VENEZIA – Le polemiche su Gaza fanno alzare il livello di attenzione attorno al ghetto di Venezia. Per il presidente della Comunità Ebraica Dario Calimani si respira un clima da Berlino anni ’30. Nell’ultimo anno gli episodi di antisemitismo in italia sono raddoppiati. || Dalla scolaresca che si fa fotografare facendo il saluto romano davanti al monumento agli assassinati nei campi di sterminio all’uomo di mezza età che insulta per strada il rabbino o a quello che porta il cane a fare i bisogni sui gradini d’ingresso della sinagoga, anche la quotidianità del ghetto di Venezia è sempre più caratterizzata da episodi di antisemitismo che hanno fatto alzare alla Digos il livello di attenzione. Come nell’ultmio anno è accaduto nel resto della città: dall’aggressione verbale a un giovane ebreo in campo San Geremia a quel “vi cercheremo casa per casa” scritto con la vernice sul muro del galoppatoio del Lido.Il conflitto a Gaza ha scatenato una serie di azioni razziste sulle strade e nei social, in un calderone che con la superficialità classica dei luoghi comuni, non è in grado nemmeno di distinguere tra ebreo e israeliano e mette tutti sul banco degli imputati. Al Ghetto non si capisce davvero che correlazione possa avere una comunità eterogenea per opinioni e storie personali come quella ebraica veneziana, con il governo in carica dello Stato di Israele. E perché dovrebbe rispondere con una voce sola degli atti presi dal presidente di uno Stato estero, in cui tra parentesi un residente su quattro non è neanche di religione ebraica. – Intervistati DARIO CALIMANI (PRESIDENTE COMUNITA’ EBRAICA VENEZIA) (Servizio di Filippo Fois)


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