09/07/2025 TREVISO – Il legale rappresentante di una società, con sede a Treviso, è finito al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza insieme ad altri 98 imprenditori in tutta Italia, otteneva appalti pubblici grazie ad un consorzio già colpito dall’interdittiva antimafia || Oltre quaranta aziende coinvolte in tutta Italia che ottenevano appalti pubblici in modo fraudolento per un danno erariale stimato di dieci milioni di euro. La GDF ha aperto un fascicolo contro il legale rappresentante di questo consorzio la cui sede operativa era in provincia di Treviso. Un consorzio già colpito nel 2024 da un’interdittiva antimafia dalla Prefettura di Bologna (dove si trova la sede legale), ma che nonostante questo continuava ad operare. I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Treviso, coordinati dalla locale Procura della Repubblica hanno fatto emergere come negli anni 2019 e 2020 il consorzio di fatto sparisse nel momento in cui gli appalti venivano aggiudicati incassando però il 3% del valore degli stessi.Nessuna stazione appaltante a Treviso, e una invece a Vicenza, ma sono stati gli accertamenti bancari e le perquisizioni locali domiciliari a consentire la maxiscoperta. Il denaro, dopo aver transitato su conti di altre società riconducibili al rappresentante legale ed al suo nucleo familiare, veniva ritrasferito a beneficio ed interesse di società di diritto rumeno collegate allo stesso. Per tale motivo, il rappresentante legale del consorzio stabile è stato, altresì, segnalato all’Autorità garante locale per il reato di autoriciclaggio.Nel complesso sono stati 98 i soggetti segnalati anche alla Corte dei Conti. – Intervistati FABIO LEO (Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso) (Servizio di Elena Dal Forno)
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