18/05/2025 TREVISO – La questura di Treviso lancia l’allarme sulle false comunicazioni giudiziarie via mail. E’ una nuova forma di truffa per estorcere denaro o accedere a dati sensibili del malcapitato. || Ciclicamente riproposta con modalità sempre più sofisticate, la falsa comunicazione giudiziaria ricevuta via mail è tra le ultime frontiere della truffa on-line. L’allarme arriva dalla Questura di Treviso dopo che numerosi utenti internet della provincia ne hanno ricevuta una con gravi e infondate accuse penali, riconducibili in particolare a presunti reati legati alla pedopornografia on-line.Riguardo al linguaggio utilizzato in queste mail fraudolente, ad esempio: già leggere di “Brigate giudiziarie di Polizia” che minacciano l’iscrizione ad un fantomatico “registro dei delinquenti sessuali”, tradisce una terminologia talmente sgangherata da qualificarsi da sola. Ma soprattutto – e questo taglia davvero la testa al toro – nessuna autorità giudiziaria o forza di Polizia comunica accuse penali tramite mail o sms, né tantomeno chiede pagamenti in denaro. Il consiglio di fronte ad una mail del genere, giova ripeterlo un’altra volta: non rispondere, non aprire gli allegati, non cliccare su eventuali link. – Intervistati FRANCESCO GARCEA (DIRIGENTE DIVISIONE ANTICRIMINE QUESTURA TREVISO) (Servizio di Filippo Fois)
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