02/05/2025 VITTORIO VENETO – Sta destando curiosità ma anche preoccupazione la vicenda delle suore in fuga dal monastero di San Giacomo di Veglia, a Vittorio Veneto. Dopo il commissariamento della Madre Badessa e l’uscita dalla clausura di tre suore e una novizia, nessuna motivazione ufficiale da parte del Dicastero romano, ma per molti la vicenda sarebbe legata all’iniziativa di produrre Prosecco dentro le sacre mura. || Questa la risposta quando suoniamo al convento di san Giacomo di Veglia. Una sorta di consegna del silenzio considerando che la curia vescovile non ha di fatto giurisdizione sul millenario convento di clausura commissariato dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica presso il Vaticano. Al centro l’attivita’ degli ultimi anni della madre badessa Aline Pereira Ghammachi contestata da alcune consorelle. Di ufficiale al momento c’e’ solo un comunicato dell’ordine che conferma di aver sollevato dalla direzione del monastero Madre Aline per aver preso delle misure ai danni di 4 consorelle senza rispettare il diritto della chiesa e dell’ordine. Una vicenda che ha un primo atto formale nel gennaio del 2023 e per molti legato all’apertura del monastero con la produzione di prosecco inaugurata solo un mese prima il 9 dicembre del 2022 e ancor oggi ricordata cosi’ all’interno delle sacre mura.Una rivoluzione per questo luogo di silenzio e preghiera finora di fatto inviolato dalla laicita’ circostante, pare non condivisa da 4 consorelle piu’ ortodosse ma anche dal Vaticano che dopo il primo comissariamento del 2023 poi ritirato, il giorno dopo la Pasqua di quest’anno ha deciso di sollevare definitivamente Madre Aline che per questo ha concordato un periodo di allontanamento dal monastero. Ma l’atto piu’ clamoroso si e’ consumato il 29 aprile quando tre suore e una novizia hanno lasciato furtivamente, secondo il comunicato dell’ordine, la struttura, unendosi all’ex badessa in una localita’ segreta. Ora all’interno del monastero sono rimaste 20 suore mentre l’ordine attende che madre Aline ricorra contro il Decreto rivolgendosi al Dicastero e non con una denuncia civile, conclude il comunicato dell’ordine religioso, dove non si capisce contro chi e su quali fondamenti, dal momento che tutto si è svolto rispettando il Diritto ecclesiastico che è il solo abilitato a regolare la vita monastica. – Intervistati ALINE PEREIRA GHAMMACHI (Ex Madre Badessa Monastero S.Giacomo di Veglia) (Servizio di Lucio Zanato)
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