27/03/2025 MARGHERA – A Marghera la chiesa di Sant’Antonio trasformata da un gruppo di senza fissa dimora con problemi di tossicodipendenza, in un vero e proprio dormitorio tra degrado, bivacchi e tanta paura. || Sui cancelli e le ringhiere del sagrato, coperte, tappeti, vestiti, tute, felpe. Poco più in là, vicino alla canonica, ammassati e gettati a terra tra le inferriate dentro grossi sacchi neri, altri abiti e oggetti personali. Appartengono al gruppo di sei-sette senza fissa dimora con problemi di tossicodipendenza: eroina ci dice Ibrahim, uno di loro che chiede di non essere ripreso. Egiziano, da tempo senza più un lavoro, originario di un paese vicino ad Alessandria d’Egitto, in Italia dal 2011 dopo essersi spostato con una italiana da cui dopo aver avuto un figlio si è separato: da quattro mesi è anche schiavo della droga insieme a tutto il resto del gruppo come conferma anche Marco Carrer, parrocchiano volontario tra la comunità di Marghera. E’ lui a raccontarci chiaramente il degrado con cui i residenti sono costretti a convivere, compreso lo stesso parroco, don Mauro Haglich. Senza fissa dimora che diventano potenzialmente pericolosi quando hanno necessità di racimolare soldi per comprare una dose di droga. Saltati i previsti due incontri tra parrocchia e servizi del Comune col problema che persiste in capo al povero parroco mentre i fedeli, sconsolati, per paura di minacce con siringa, come accaduto un paio di giorni fa, stanno pure iniziando a disertare le omelie. – Intervistati MARCO CARRER (VOLONTARIO MARGHERA) (Servizio di Annamaria Parisi)
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