11/03/2025 VENEZIA – Caso Paragon. Anche Beppe Caccia ha presentato un esposto penale alla Procura di Venezia per denunciare di essere stato spiato attraverso un programma che ha colpito il suo cellulare. || “Detenzione, diffusione e installazione abusiva di apparati informatici” e “illecite interferenze nella vita privata” sono tra i reati ipotizzati nell’esposto che Beppe Caccia ha presentato esposto penale alla Procura della Repubblica di Venezia, per denunciare l’attività di spionaggio attraverso lo spyware “Graphite” dell’azienda Paragon Solutions Usa, di cui anche il co-fondatore, responsabile delle operazioni di Mediterranea e armatore della nave Mare Jonio, è risultato vittima.Nell’esposto si sostiene che oramai in grado di affermare con certezza che anche Beppe Caccia sia stato sistematicamente spiato con uno dei più avanzati strumenti digitali disponibili sul mercato: capace di impossessarsi di tutte le funzioni disponibili sul suo telefono, trasformarlo in un microfono e videocamera ambientale e manipolarne i contenuti. Certa è ormai anche la matrice dell’intrusione: è infatti acclarato che lo spyware è messo a disposizione da Paragon soltanto a entità governative, sulla base però di stringenti clausole etiche.Chiediamo – concludono i legali di Caccia, Sbraccia e Romano – che l’Autorità Giudiziaria dia un nome e un volto ai responsabili di tale attività spionistica e, soprattutto, si riesca a capire perché Beppe Caccia, insieme tra gli altri a Luca Casarini, sia stato oggetto di un’intrusione così pesante nelle sue comunicazioni e nella sua vita privata”. (Servizio di Filippo Fois)
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