09/02/2025 SAN BIAGIO DI CALLALTA – Alla vigilia del Giorno del Ricordo, le testimonianze di alcuni esuli. Le fughe di notte, i tentativi disperati di arrivare in Italia. «Mia mamma da Fener, guardava il Piave ricordando sempre il suo mare» || e continuare a vedere il mare da casa sua finchè un giorno ha deciso di andarsene, non sapendo, però, che il viaggio in quella barca, per lui e i suoi amici, sarebbe stato l’ultimo. E’ una delle tante storie che affiorano nei giorni in cui si celebra il ricordo degli esuli e delle vittime delle foibe. Era il 10 maggio 1956, undici anni dopo la fine della guerra, in Jugoslavia ancora si viveva un regime di terrore. E così anche il ricordo dell’istriota Andrea Patelli classe 1936, esule istriano oggi trevigiano, si commuove ancora nel ricordare le sue radici spezzate: impossibile dimenticare. Originario di Visinada, paesino a metà strada tra Trieste e Pola. E il dolore anche nel ricordo di Norma Cossetto che, poco più che ragazza, si stava laureando e alternava delle supplenze nelle scuole di parenzo mentre seguiva anche Andrea e sua sorella. Amava i bambini, e loro amavano lei. Andrea era uno di loro. Storie di vite che superano i confini e scrivono la storia. Il legame alla propria terra, e al mare. – Intervistati FEDERICA AGLICH (Esule), ANDREA PATELLI (ESULE ) (Servizio di Edy Caliman)


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