14/01/2025 VENEZIA – In un raggio di appena 150 metri dalla sede del Comune di Venezia ci sono una settantina di locazioni turistiche delle quali quasi il 20% non espone il codice identificativo obbligatori. La denuncia del collettivo per la residenzialità “Ocio”. || Dal primo gennaio, per gli appartamenti in affitto breve o locazione turistica che dir si voglia, è obbligatorio il CIN: vale a dire Codice Identificativo Nazionale. Per verificare a che punto sia l’applicazione della legge, “Ocio” il collettivo di abitanti e ricercatori per la casa e la residenzialità a Venezia, ha puntato un immaginario compasso su Ca’ Farsetti, e tracciato attorno alla sede del Consiglio Comunale un cerchio dal raggio di appena 150 metri su cui concentrare la ricerca. In pieno periodo Covid, il 20 marzo 2020, l’ordinanza della Regione che consentiva di uscire non oltre i 200 metri da casa era stata reputata molto severa. In questo caso l’area dell’indagine è ancora più piccola e una parte è occupata dal Canal Grande. Già nel 2019 in Veneto è obbligatorio il CIR codice identificativo regionale. nell’area dell’indagine – dice Ocio – il CIR è esposto nel 27,1% del campione, l’11,4% del campione sia CIN che CIR il 18,5% non espone né l’uno né l’altro. – Intervistati GIACOMO INFELISE (“OCIO” OSSERVATORIO CIVICO CASA E RESIDENZA) (Servizio di Filippo Fois)
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