10/01/2025 VENEZIA – E’ stato maestro di pittura di grandi star del cinema e della musica.A più di 40 anni dalla morte, il Ghetto di Venezia ospita la prima retrospettiva in assoluto di Norman Raeben, tracciando anche un parallelo con la cultura yiddish e le prime comunità ebree che arrivarono in città. || Cosa accomuna il cantautore e premio Nobel Bob Dylan a Stella Adler, l’attrice hollywoodiana che nella sua scuola insegnò recitazione anche a Marlon Brando e Robert De Niro? Entrambi sono stati allievi del pittore Norman Raeben, nato in Ucraina all’epoca dell’impero zarista, che dal 1946 si dedicò a insegnare la sua arte in un atelier all’undicesimo piano della Carnegie Hall di New York. A 46 anni dalla morte il Ghetto di Venezia ospita a ingresso liberola sua prima retrospettiva in assoluto. Raeben era tra l’altrofiglio di Sholom Aleichem uno dei padri fondatori della letteratura moderna in Yiddish: la lingua parlata dai primi ebrei che dalla Germania arrivarono a popolare il Ghetto di Venezia.In una sala incontriamo una signora che posa di fianco alla riproduzione di un quadro che la ritrae nello studio Norman Raeben si chiama Rose Jackobs ed è venuta apposta da New York.Da ex allieva è un sentimento di forte nostalgia quello che prova oggi a rivedere dopo tanti anni quadri che aveva visto accatastati sotto una coltre di polvere. Ma Norman era molto modesto – dice – non ha mai spinto per affermarsi nel mondo dell’arte. Piuttosto insegnava. E con passione. Ed eccolo un quadro, rintracciato rocambolescamente a Roma, donatogli dal suo allievo Bob Dylan. Per il quale Raeben divenne un’ispirazione intellettuale oltre la pittura. Più prosaicamente Dylan appare anche in una lista in cui Raeben aveva annotato gli studenti insolventi. – Intervistati FABIO FANTUZZI (CURATORE MOSTRA) (Servizio di Filippo Fois)
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