08/01/2025 TREVISO – Fine vita. Quinto caso di suicidio assistito in Italia e il secondo in Veneto, nel trevigiano. Vittoria, 72 anni, ha atteso 8 mesi per avere il via libera dall’Azienda Sanitaria con la conferma dei requisiti. L’Associazione Luca Coscioni che ha seguito il caso: «8 mesi sono troppi. Necessaria legge regionali che regolamenti i tempi di attesa». || «Prigioniera del mio corpo. Ho bisogno di pace. Amo la vita ma da troppo tempo la mia non è più davvero vita. Di notte, in sogno, io camminavo ancora. Ho sempre amato camminare. Ora sono troppo stanca per risvegliarmi ogni mattina e trovarmi bloccata dentro un corpo che non riconosco più e che è diventata una tortura continua». E’ il messaggio che Vittoria, nome di fantasia, 72 anni trevigiana, affetta da sclerosi multipla da 20 anni, ha voluto lasciare dopo la morte tramite suicidio medicalmente assistito. Il caso di Vittoria è il quinto in Italia, il secondo in Veneto. E’ la seconda volta che l’Ulss2 Marca Trevigiana, dopo il caso di Gloria, nel 2023, ha fornito tutto il necessario per l’autosomministrazione del farmaco ma non ha individuato dei medici che, su base volontaria, assistessero “Vittoria” nella procedura, aiutata da Mario Riccio, medico anestesista, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni. Dall’Ulss2, solo poche righe dopo la morte di Vittoria: «Per massimo rispetto della famiglia – a cui l’azienda è vicina ed espire le più sentite condoglianze – non saranno divulgate informazioni in relazione al caso che ha seguito l’iter procedurale previsto dalla Corte Costituzionale». Dall’Associazione Luca coscioni, dopo il caso di Vittoria, la richiesta di una legge nazionale che fornisca tempi certi a chi vive nella sofferenza. – Intervistati FILOMENA GALLO (Segretaria nazionale associazione Luca Coscioni) (Servizio di Edy Caliman)
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