30/12/2024 TREVISO – L’omicidio di Francesco Favaretto. Nel pomeriggio l’autopsia del ragazzo morto dopo l’aggressione in via Castelmenardo, a Treviso: due colpi fatali, ferite in tutto il corpo. Le sequenze dell’omicidio riprese da una telecamera della zona. || Due ferite, una al costato, una alla gola, entrambe potenzialmente letali. Una inferta con il coltello, l’altra con un coccio di bottiglia. Sul corpo altre ferite da taglio e lividi da pestaggio, una decina, ma di entità più lieve. E’ un quadro che conferma elementi già in possesso degli inquirenti quello che emerge dall’autopsia sul corpo di Francesco Favaretto, il 22enne aggredito in via Castelmenardo la sera del 12 dicembre e morto l’antivigilia di Natale. A eseguire l’esame, nel pomeriggio, l’anatomopatologo Alberto Furlanetto. Se a causare la morte del ragazzo sia stato il colpo al torace o quello alla gola andrà approfondito: entrambi tuttavia, anche se inferti singolarmente, potevano essere mortali. Effettuati infine i test tossicologici per appurare se la vittima avesse assunto sostanze. Un’aggressione selvaggia, una lite, questa l’ipotesi, legata alla droga, all’hashish che Favaretto doveva vendere e il gruppetto acquistare. Chi dovesse fare la prima mossa, consegnare lo stupefacente o il denaro, la causa del litigio. I dieci sarebbero arrivati a impossessarsi di telefono e zaino del 22enne, lui sarebbe andato su tutte le furie, ricevendo la prima bottigliata alla testa da una delle ragazze indagate per concorso in omicidio. Lui le avrebbe a quel punto messo le mani addosso, lei, per difesa, lo avrebbe nuovamente colpito con le bottiglie di vino comprate poco prima al supermercato, quindi il tragico epilogo ripreso nitidamente da una telecamera privata: i tre arrestati che si accaniscono su di lui, Ade, il 19enne di Ponte di Piave lo accoltella al torace mentre Ozuna, il 18enne di Santa Bona, lo prende a calci impedendogli di difendersi. E il 15enne tira fuori di tasca un coccio affilato che ha con sé e colpisce alla gola Favaretto, lasciandolo ad agonizzare in un lago di sangue. (Servizio di Lina Paronetto)
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