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TARZO | GIANCARLO AL GENERO: «SCUSACI PER QUELLO CHE ABBIAMO FATTO»

27/09/2024 TARZO – Omicidio-suicidio di Tarzo. La frase dell’89enne Giancarlo Gaio nel biglietto di addio al genero farebbe pensare a un’azione concordata con la moglie. Ma per gli inquirenti la posizione del corpo della donna direbbe il contrario. L’autopsia martedì || “Scusaci per quello che abbiamo fatto, pensa tu al nostro funerale, vorremmo essere cremati”. Poche parole scritte in una lettera lasciata in casa e indirizzata al genero. Un ultimo atto prima di farla finita. Lo hanno deciso insieme? Il plurale lo potrebbe far pensare. Ma la verità probabilmente non si saprà mai. Una decisione dettata dal dolore, dalla preoccupazione per un futuro sempre più difficile. Poi la cronaca di quella mattina. Giancarlo Gaio si è svegliato molto presto alle prime luci dell’alba e si è vestito. Ha preso in mano la pistola è entrato in camera ed ha colpito due volte alla testa la moglie. Lei era letto ancora in camicia da notte. La posizione dicono gli inquirenti potrebbe far pensare che fosse addormentata e quindi inconsapevole di quanto stava per accadere. Poi l’89enne si è rivolto l’arma contro. Ha fatto fuoco una volta ma non è andato a segno. Poi il secondo tentativo. Il colpo alla nuca lo ha ucciso. Rimane quella lettera, le loro volontà. E poi la spiegazione di dove erano custoditi alcuni documenti. Tutto preparato nei minimi dettagli. Quella mattina Giancarlo doveva andare in ospedale per un intervento chirurgico alla prostata. Quando sono morti? dai primi accertamenti,la tragedia potrebbe essersi consumata poco prima dell’arrivo del genero alle 6 e 30, quando ha trovato i corpi. Ma a stabilirlo sarà l’esame autoptico. Lunedì in tribunale a Treviso ci sarà il conferimento dell’incarico all’anatomopatologo Alberto Furlanetto, l’autopsia forse già martedì. Colmaggiore di sopra è in un piccolo borgo, tutti si conosconoLa comunità è attonita, la gente passa guarda la casa, abbassa gli occhi con tante domande. Si poteva fare qualcosa di più. Ma il dramma, era vissuto fra le mura domestiche, il dolore per la perdita della figlia 4 anni fa, la preoccupazione per la salute di entrambi.Nella sua mente probabilmente la consapevolezza che non c’erano più speranze. Questo forse li ha portati al tragico gesto, insieme. Ma nessuno saprà fino – Intervistati ENNIO CASAGRANDE (Vicino di casa ) (Servizio di Daniela Sitzia)


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