14/09/2024 VENEZIA – Inchiesta “Palude”. Il tribunale del riesame di Veneziaha depositato le motivazioni del provvedimento con cui ad agosto era stata confermatala misura cautelare incarcere per Renato Boraso. Si parla di una “notevole capacita’ criminale”. || Dalle «innumerevoli conversazioni captate» emergono «prassi operative illecite, connotate da una spregiudicatezza indicativa dell’agire all’interno dell’ amministrazione orientato a soddisfare interessi estranei a quelli pubblici». Questo si legge in parte nelle motivazioni dei giudici, a prova delle corruzioni che avrebbe commesso l’ex assessore comunale alla mobilità, Renato Boraso. Il tribunale del riesame di Venezia ha, infatti, depositato le motivazioni del provvedimento con cui, lo scorso 1 agosto, era stata confermata la misura cautelare in carcere per Boraso e gli arresti domiciliari per alcuni imprenditori. Il Riesame sottolinea che l’ex assessore «ha dimostrato una totale assuefazione a tale modus operandi, ha sfruttato il suo ufficio per arricchirsi indebitamente e con assoluta disinvoltura, prosegue, se si considera che la notizia di tale prassi illecita era giunta anche al sindaco e che, neppure dinanzi al suo richiamo il ricorrente è parso desistere». I giudici ritengono che Boraso fosse perfettamente consapevole dell’illiceità del suo modo di operare: soltanto così si spiegano «le accortezze adottate nel comunicare con i corruttori». Il Riesame evidenzia inoltre l’attività di distruzione di documenti potenzialmente rilevanti per le indagini, emersa anche grazie ad alcune intercettazioni nelle quali si sente Boraso parlare con la madre di carte da bruciare nella stufa. Il pericolo di reiterazione di reati della stesso tipo, secondo i giudici è «desumibile dal numero delle contestazioni, dalla reiterazione e protrazione nel tempo delle condotte antigiuridiche, e dalle modalità dei fatti di abuso della pubblica funzione nella sua qualità di assessore». Le dimissioni rassegnate pochi giorni dopo l’arresto, dicono i giudici, non sono sufficienti a eliminare il rischio di recidiva, alla luce della lunga carriera politica e della fitta rete di relazioni nel mondo imprenditoriale».Ora il legale di Boraso, l’avvocato Umberto Pauro, potrà impugnare di f (Servizio di Ilaria Marchiori)
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