14/09/2024 TREVISO – Ieri sera vi abbiamo parlato del caso di una donna trevigiana che si è vista negare la richiesta di suicidio medicalmente assistito. Ebbene, dall’Ulss 2 si dicono pronti a riconsiderare la vicenda alla luce delle nuova sentenza della Corte Costituzionale del luglio scorso. || Sarà rivalutata la posizione della donna trevigiana, affetta da malattia irreversibile e non autosufficiente, che si era vista negare l’accesso al suicidio medicalmente assistito da parte degli organismi sanitari competenti, vicenda che vi avevamo raccontato nel nostro telegiornale.Di nuovo, conferma il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, c’è la sentenza del luglio scorso della Corte Costituzionale che ha confermato come non vi sia distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale – di cui si può chiedere l’interruzione – e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti per sostenere le sue funzioni vitali. Una pronuncia che integra – allargando la casistica – la storica sentenza nota come “Dj Fabo” – sempre del Supremo Giudice – risalente al 2019, unico appiglio giurisprudenziale di fronte al silenzio perdurante della politica. L’Ulss 2 quindi si dice pronta ad applicare i nuovi principi della Consulta, un passaggio niente affatto scontato se si guarda alla situazione nazionale, dove si continua a procedere in ordine sparso. E’ lo stesso Benazzi a ricordare i diritti in gioco, e il loro bilanciamento. – Intervistati FRANCESCO BENAZZI (Direttore Generale Ulss2 Marca Trevigiana) (Servizio di Cristian Arboit)
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