11/09/2024 BELLUNO – A Belluno si avvia il “Piano città degli immobili pubblici”, lo strumento dell’agenzia del demanio per gestire e valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico. La firma dell’accordo stamattina a Palazzo Rosso fra demanio, Comune e Soprintendenza. || Dare valore al territorio attraverso il patrimonio immobiliare pubblico per favorire la rigenerazione urbana. La sintesi dell’atto sottoscritto oggi a Palazzo Rosso che fa di Belluno, il secondo capoluogo in Veneto dopo Verona, che sigla un’intesa per la riqualificazione e rifunzionalizzazione dei beni pubblici con azioni sinergiche e coordinate. Si chiama “Piano città degli immobili pubblici” ed è lo strumento adottato dall’agenzia del demanio che con la Soprintendenza e il Comune hanno siglato l’accordo che individua i primi sei immobili: si tratta dell’ex caserma Fantuzzi, dell’ex caserma tasso e dell’Intendenza di Finanza, di proprietà dello Stato, del Palazzo dei Giuristi, dell’ex villa Sartori e di Villa Montalban, di proprietà comunale. Il valore immobiliare di mercato si aggirerebbe attorno ai 20 milioni di euro ma si sa che i prezzi dello Stato intenzionato a coinvolgere anche investitori privati possono variare. Importanti sono le ipotesi progettuali alcune delle quali già note, come la destinazione dell’ex Fantuzzi che oltre ad ospitare la nuova sede della Questura e dell’ufficio immigrazione, potrebbe aprire i suoi spazi ad altre sedi di uffici della pubblica amministrazione o, certamente più produttivo, trasformare i suoi volumi per alloggi sociali destinati a lavoratori e studenti fuori sede. All’ex Tasso si trasferiranno gli uffici finanziari oggi riuniti nel Chiostro dei Serviti in Piazzetta Santo Stefano e saranno realizzate alcune residenze della Questura. Nota la vocazione del Palazzo dei Giuristi, sede dell’ex Museo civico, che nei piani dell’amministrazione De Pellegrin dovrebbe diventare museo archeologico. Ipotesi di social housing per l’ex villa Sartori fra Sargnano e Cusighe, mentre per Villa Montalban si sta valutando con l’Università di Verona la possibilità di realizzare la sede distaccata della sezione sperimentale della facoltà di informatica. Tempi e modalità degli interventi statali sconosciuti, ma la strada sembra aperta per rag (Servizio di Tiziana Bolognani)
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