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FAVARO VENETO | STRAGE IN CADORE, IL PM CHIEDE 4 ANNI E 8 MESI PER ANGELIKA HUTTER

10/09/2024 FAVARO VENETO – Al tribunale di Belluno il pubblico ministero ha chiesto quattro anni e otto mesi per Angelika Hutter la donna che l’anno scorso in Cadore investì una famiglia di Favaro provocando tre vittime tra cui un bambino di neanche due anni. || Quattro anni e otto mesi. E’ la pena richiesta dal Pubblico Ministero del Tribunale di Belluno per Angelika Hutter, l’automobilista tedesca di 32 anni che il 6 luglio 2023 ha investito una famiglia di Favaro Veneto in vacanza a Santo Stefano di Cadore.Una tragedia nella quale persero la vita il piccolo Mattia Antoniello di non ancora due anni, il papà Marco e la nonna materna Maria Grazia Zuin.Nell’udienza preliminare il difensore dell’imputata per triplice omicidio stradale ha chiesto un ulteriore rinvio per avere modo di definire l’altro procedimento penale in capo alla Hutter – per le lesioni inferte al personale sanitario dell’ospedale psichiatrico in cui è stata ricoverata – avanzando poila possibilità di un patteggiamento per l’investimento.E’ stato a questo punto che il Sostituto Procuratore ha avanzato la sua richiesta di quattro anni e otto mesi comprensiva di tutti gli sconti di pena previsti dal rito e dalla condizione di seminfermità riconosciuta alla donna. Il giudice ha quindi disposto un rinvio all’8 ottobre per acquisire la relazione dei servizi psichiatrici.Chiuso nel dolore a Favaro, Lucio Potente che nella tragedia ha perso la moglie il nipote e il genero, non ha voluto rilasciare interviste al microfono: “abbiamo già un ergastolo da scontare” ci ha detto al telefono, riferendosi evidentemente a quella tremenda condanna che gli è stata inflitta il 6 luglio 2023. “Non so niente e non voglio sapere niente ma sapevamo che succedono cose vergognose in Italia”.Lo Studio3A che assiste la parte offesa assieme all’avvocato Berardi ha fatto sapere che i congiunti sono già stati integralmente risarciti ma si aspettano una risposta importante anche dalla giustizia penale pur sapendo che nessuna condanna potrebbe ripagarli dell’immenso dolore patito. (Servizio di Filippo Fois)


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