27/01/2021 VENEZIA – Negli anni ‘30 era stato tra gli allenatori più vincenti d’Italia. In occasione del “Giorno della Memoria” al Teatro Goldoni di Venezia uno spettacolo su Arpad Weisz, ebreo ungherese ucciso nel campo di concentramento di Auschwitz. || In un Teatro Goldoni vuoto per il Covid – ma sono in tanti a seguire via internet – Davide Giandrini racconta la storia di Arpad Wiesz, calciatore e allenatore di successo, ebreo ungherese che con le leggi razziali nel 1938 dovette lasciare l’Italia. Fu deportato ad Auschwitz dai Paesi Bassi.Arpad Weisz fu l’allenatore più vincente della sua generazione. Negli anni ‘30 dopo aver vinto un campionato italiano con l’Inter (che in epoca fascista si chiamava Ambrosiana) nella prima edizione a girone unico nazionale e un doppio scudetto consecutivo con il Bologna accompagnato dalla Coppa del Torneo dell’Esposizione di Parigi, antesignanadella Champions League, morì a 47 anni in una camera a gas di Auschwitz, dopo quindici mesi di lavori forzati. Era il 31 gennaio 1944.Lo spettacolo del Teatro Goldoni nella giornata che come ogni anno commemora le vittime dell’Olocausto nell’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, è una delle tante di una città come Venezia: sempre più sensibile e attiva nella ricorrenza di questa tragedia della storia contemporanea. – Intervistati DAVIDE GIANDRINI (ATTORE REGISTA TEATRALE), PAOLO GNIGNATI (PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ EBRAICA DI VENEZIA), ERMELINDA DAMIANO (PRESIDENTE CONSIGLIO COMUNALE DI VENEZIA) (Servizio di Filippo Fois)