20/07/2024 VENEZIA – “Sistematico perseguimento di interessi personali”: è l’accusa mossa dalla Procura di Venezia al sindaco Luigi Brugnaro. Per i magistrati il blind trust è controllato da suoi uomini. Sale a 32 il numero di indagati. || Secondo i magistrati che lo hanno indagato, l’attività da sindaco di Luigi Brugnaro è stata caratterizzata da un “sistematico perseguimento di interessi personali”. in un quadro nel quale, anche alla luce delle intercettazioni, la messa a profitto dell’area Pili rappresentava “un continuo cruccio”. Mentre il numero degli indagati è salito a 32 tra cui il magnate di Singapore Ching Chiat Kwong e il direttore generale del Casinò Alessandro Catarossi; nelle 940 pagine dell’inchiesta della procura di Venezia, i pm definiscono “inefficace” il blind trust, cioè il fondo fiduciario creato per evitare conflitti d’interesse al sindaco.Da un lato – scrivono – perché “è evidente come Brugnaro non abbia in realtà dismesso la propria partecipazione” alle società; dall’altro perché il blind trust è in mano a persone definite “fedelissime”, alti funzionari del Comune “persone che svolgono tuttora l’incarico di amministratori del reticolato di società” del primo cittadino. Sono accuse che Brugnaro ha fermamente respinto a più riprese.Secondo i magistrati Luigi Brugnaro, ma anche assessori, altri dirigenti, amministratori delle partecipate e figure di spicco “hanno avuto l’evidenza” di ciò che è definito il “mercimonio della funzione pubblica” dell’assessore Renato Boraso ma “si sono ben guardati dal riprenderlo, dal censurarlo, dal denunciarlo”. I pm definiscono in questo senso clamorosa, l’ormai nota intercettazione del marzo scorso, quando Brugnaro avrebbe avvisato Boraso delle segnalazioni sugli illeciti ma, scrivono i magistrati “solo al fine di invitarlo a essere più prudente”. – Intervistati LUIGI BRUGNARO (SINDACO DI VENEZIA) (Servizio di Filippo Fois)


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